L'INSOSPETTABILE DISEGNABILITÀ DELL'ESSERE di Flavia Motolese

Per Massimo Turlinelli la pittura non è una semplice attività creativa, ma piuttosto un processo conoscitivo, qualcosa con cui cerca di penetrare nella dimensione dell'insondabile e dell'inesprimibile. Nelle sue opere, sembra voler richiamare l'attenzione e riflettere sugli eventi che accompagnano l'esistenza di ognuno e che sono comuni all'artista stesso. Caratteristica portante della sua grammatica pittorica, l'utilizzo della matita policroma: l'artista ha concepito il suo apparato segnico e materiale come il risultato di un processo di sintassi minimale in cui la trama cromatica diventa significante. Nell'opera di Turlinelli si può riscontrare un'evoluzione espressiva tendente ad una progressiva astrazione. Ad un periodo descrittivo in cui l'autore si concentra su vedute della campagna marchigiana e toscana, segue una fase in cui la natura assume connotazioni simboliche, alludendo a contenuti più profondi. Successivamente, la parte descrittiva viene ridotta a vantaggio di una più decisa essenzialità e dell'esplorazione del mondo della monocromia, attraverso opere dal forte impatto visivo. Tra la dimensione del reale, da cui parte, alla dimensione interiore e mentale il passo è breve. Il colore è sempre protagonista fino a diventare condizione assoluta. Così come la matita è l'unico strumento espressivo, in funzione del quale ha sviluppato una procedura operativa che caratterizza da sempre la sua produzione. Nell'assolutezza di un colore totalizzante, l'artista articola una dimensione impalpabile, dai contorni labili eppure decisi. Turlinelli compie un'operazione simile al ''Metanaturalismo'' di Paolo Pasotto: un atteggiamento di evocazione della materia attraverso la realizzazione di immagini sospese tra figurazione ed astrazione. La volontà è quella di evocare l'immedesimazione carnale tra le forme in una visione prelogica. In maniera simile, Turlinelli concentra, progressivamente, la sua attenzione su un dettaglio di quel paesaggio, che è il suo riferimento primo, lo circoscrive e lo ingrandisce, fino a nascondere il contesto, impedire una contestualizzazione. Privo di elementi di riferimento, il soggetto diventa pura astrazione, una trama di luci, ombre e colore. Ingrandire il dettaglio fino a perdere la visione d'insieme permette di avere una prospettiva nuova, che amplifica l'immagine oltre i suoi confini fisici. La trama pittorica diventa, talvolta, così densa da catturare l'osservatore, suggerendo una tensione lirica verso l'infinito e l'ignoto. Nelle più recenti opere monocrome, il colore assume un'importanza fondamentale, acquisendo una sua materialità, mentre la luce diventa sostanza, che dà forma al mondo. Le opere, in quanto epifania di ciò che non è manifesto ad occhio nudo, acquisiscono un significato esistenziale e fissano un fatto interiore. Il colore puro riesce ad alludere alla dimensione ineffabile che la pittura è incaricata di esplorare, traducendo visivamente il concetto, rispettivamente, di energia, esperienza umana universale, latenza di possibilità.

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