DALLA FILOSOFIA DEL SEGNO ALLA POETICA ERMETICA di Pasquale Di Matteo

L'arte di Massimo Turlinelli trascende mode e tendenze, inebriando l'osservatore con uno stile unico e inconfondibile, fatto di mondi onirici creati con le matite colorate. Un artista che, utilizzando soltanto i tre colori primari, rosso, giallo e blu, ottiene con le sue matite risultati che sbalordiscono per la qualità delle cromie, dove la luce è un elemento sempre presente e mai banale. Nel suo immortalare ciò che lo circonda, Turlinelli crea mondi onirici, ricolora il suo presente con nuove luci e tonalità più gradevoli, sviscerando tutto il malessere per il tempo in cui è costretto a vivere e dove sembra sentirsi in gabbia, proprio come i suoi alberi solitari in mezzo a panorami vasti e incontaminati, o le rocce esaltate attraverso suggestive monocromie. Infatti, ciò che traspare più di ogni altra cosa dalle sue opere è senza dubbio il senso di solitudine, non soltanto dell'uomo solo, o che si sente tale in quanto parte di una società in cui non si riconosce, ma una solitudine che è vissuta in prima persona anche dal pianeta, solo e prigioniero di un'umanità perniciosa quanto irriconoscente, capace soltanto di depauperare ogni fonte vitale che la Terra offre. In alcune opere, il cielo azzurro sormonta mondi di colore nascosti dal terreno, altre volte, invece, le monocromie assumono le sembianze di fotografie scattate dall'alto, di deserti e spazi incontaminati. Una caratterizzazione ancora più forte dell'artista, orientato a esaltare la natura in maniera sempre più importante, snaturando figure e scene, quasi Turlinelli volesse sciogliere il presente per ricomporlo in forme solide diverse, usando le matite come bacchette magiche con le quali scavalcare il senso della vista, sgretolando schemi, regole e stereotipi, per ricondurre il nostro tempo a un nuovo umanesimo, un umanesimo naturalista in cui non sia più l'uomo protagonista, ma il pianeta Terra. Attraverso le sue opere, l'artista toscano crea ora luoghi in cui regnano soltanto pochi elementi e il vuoto, altre volte intrecci tra volti umani e rami, in un evidente desiderio di ritornare a una coesione tra uomo e ambiente che stride con le leggi del progresso. L'artista, tuttavia, è anche filosofo del nostro tempo, poiché nella sua arte vi sono molti segni e simboli con i quali ci parla del mondo dell'immagine e della moda ormai riconosciuta come verità assoluta di fermarci allo strato apicale delle cose, all'immagine di cui fruire in fretta, per poi bruciarla, dimenticarla e sostituirla con un'altra. Ombre coniche di alberi tondeggianti, oppure spostate di diversi metri, o, ancora, specie diverse nascoste in quelle che sembrano altre dimensioni, rappresentano l'ammonimento che l'artista fa a ciascuno di noi di sforzarci di oltrepassare la superficialità, per cercare l'essenza, delle persone, come dei concetti. Eppure, nonostante le molte denunce declinate nelle sue opere, l'artista nutre un viscerale senso di speranza, come se una forza oscura lo rassicurasse in merito al futuro, tanto da manifestarsi in ritagli di luce sullo sfondo o nei tanti orizzonti illuminati. Nel suo percorso artistico, Turlinelli sperimenta stili comunicativi che strizzano l'occhio al Surrealismo e alla Pop Art, senza, tuttavia, restarne rapito, ma continuando a ovattare i colori con un tocco nebuloso inconfondibile, grazie al quale egli racconta i sentimenti scaturiti dal vivere quotidiano attraverso un'alta forma grammaticale del colore, che gli permette di trasformare in opere d'arte le grida della sua anima. Nell'arte più recente di Turlinelli, i colori tendono a diventare neutri, fino a scivolare nella monocromia. Anche i segni mutano, abbandonando almeno in parte la rappresentazione del reale, per dare spazio a giochi informali in cui l'artista sembra far convergere le emozioni, che trovano ora maggiore espressione nell'intimità dell'inconscio. Colori che richiamano l'attaccamento alla terra fanno supporre che l'artista auspichi una riconciliazione ancora più prepotente tra uomo e natura, edulcorando quelli che sono i problemi del nostro presente, legati all'ambiente, ma anche denunciando il distacco di tipo filosofico da quelli che sono i valori di un tempo. Le matite di Turlinelli riempiono monocromie che sembrano spicchi di terra o di rocce, ritagli di natura a cui aggrapparsi, a cui conferire una luce diversa, spicchi di ambiente dei quali prendersi cura per la coesistenza di ogni forma di vita. Massimo Turlinelli è un poeta del colore, narratore dell'epoca in cui viviamo, capace di comunicare il suo vivere in un tempo che sente troppo stretto addosso e che vorrebbe sostituire con i mondi ch'egli declina nei suoi colori, dove spesso prevale il verde, colore della natura, della calma interiore e, insieme al bianco, della speranza.

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